Negli ultimi anni sono stati effettuati numerosi studi sugli infortuni e le patologie di chi pratica golf. È emerso che molti giocatori soffrono di piccoli e grandi disturbi che possono portare problemi ad eseguire il movimento corretto dello swing o, nei casi più gravi, ad interrompere prematuramente la carriera golfistica.
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Da recenti ricerche si stima che il 50% dei giocatori di golf soffre di mal di schiena e che l’80% di essi si è fatto male almeno una volta nella sua carriera sportiva. Questo perché il corpo non è allenato nella maniera opportuna, armoniosamente e con costanza. Ricordiamo che durante uno swing, viene scaricata sulla colonna vertebrale una forza fino a 10 volte superiore il peso del giocatore. E che questo stress si esegue decine di volte, se non centinaia, durante una partita.
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Per fare un paragone con altri sport. Durante la corsa, che è considerato uno sport usurante e pericoloso per la colonna vertebrale, viene scaricata sulla colonna una forza pari a 4 volte il peso del corpo e questa forza agisce verticalmente. Quindi siamo in grado di assorbirla con facilità. La forza dello swing è invece rotatoria e non abbiamo strumenti idonei per compensarla.
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La tecnica moderna dello swing consente di generare molta potenza, esponendo però chi la esegue ad un maggiore rischio di infortunio a carico dell’apparato muscolo-scheletrico. I disturbi possono essere di duplice natura. La prima, definita “macro traumatica” è legata a patologie dei muscoli o delle articolazioni come fratture, strappi, distorsioni e lussazioni. La seconda, detta “micro traumatica”, ha un’insorgenza più lenta e con sintomi che all’inizio appaiono lievi. È causata dalla ripetizione continua di gesti, spesso sbagliati, ed effettuati con una intensità superiore alla capacità di adattamento dei tessuti. Gli infortuni sono legati anche a caratteristiche soggettive come l’età, varie patologie pregresse e una scarsa preparazione fisica.
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È interessante analizzare le parti del corpo che hanno una maggiore probabilità di incorrere in infortuni, anche per capire dove porre una maggiore attenzione durante la pratica.
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Secondo uno studio (McCarrol, 1994) sono state riportate alcune differenze tra giocatori amatoriali e professionisti.
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A livello amatoriale la parte più a rischio è la colonna vertebrale (27% degli infortuni), seguita dal gomito (26%), polso/mano (16%), spalla (9%) e il ginocchio (7%).
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Tra i professionisti i problemi si hanno al polso/mano (27%), colonna vertebrale (24%), spalla (9%), ginocchio (7%), gomito (7%).
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Da cosa sono causati questi disturbi? Lo studio continua con l’analisi delle problematiche legate alle varie fasi dello swing.
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Nell’address si può incorrere in un sovraccarico dei dischi lombari.
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Nel backswing, un’impugnatura scorretta può causare infiammazioni al polso o alla mano, una rotazione eccessiva del ginocchio sinistro potrebbe portare problematiche a questa articolazione, un’elevazione eccessiva delle spalle può determinare la sindrome da conflitto subacromiale, mentre la rotazione non corretta del tratto lombare un’infiammazione in questa parte del corpo.
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Nel downswing si possono avere distrazioni muscolari degli addominali a causa di una eccessiva rotazione del busto, lo spostamento repentino del peso sulla gamba sinistra può creare patologie all’anca o al ginocchio, errori di impugnatura o di esecuzione del gesto tecnico possono causare l’epicondilite (detta anche gomito del tennista) e l’epitrocleite (detta anche gomito del golfista).
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Nel follow-through le maggiori problematiche insorgono nella spalla e nella cuffia dei rotatori a causa di uno stress elevato, e nelle anche e nella regione lombare quando la decelerazione del bastone è troppo brusca.
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Nel finish ci possono essere dolori alla cuffia dei rotatori, al piede se rimane bloccato per terra e al ginocchio sinistro.
La corretta prevenzione
Per prevenire questi disturbi è fondamentale allenarsi seriamente e con continuità con un maestro di golf. In questo modo miglioriamo la nostra tecnica sviluppando al massimo il nostro potenziale, eliminiamo le imperfezioni del nostro swing e riduciamo la probabilità di infortuni.
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Allo stesso modo sono convinto che, affiancare al classico allenamento in campo, una pratica mirata di Yoga per il Golf è il miglior modo per prevenire gli infortuni e lavorare sul nostro corpo sotto ogni punto di vista. Questa disciplina è così completa che riesce a migliorare tutti gli aspetti delicati di chi pratica golf:
• equilibrio,
• elasticità dei muscoli e delle articolazioni,
• tonicità muscolare,
• controllo della respirazione,
• mobilità della colonna vertebrale,
• postura,
• controllo dei movimenti,
• resistenza.
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Tutti i benefici dello Yoga per il Golf li ho potuti sperimentare su me stesso. Ricordo che fin dalle mie prime lezioni di golf il maestro si è sempre stupito e meravigliato della mia elasticità, della mia capacità di tenere sotto controllo ogni più piccolo muscolo e di muovere il corpo in modo tale da perfezionare ogni colpo. È per questo motivo che ho deciso di combinare insieme queste due discipline, ma ripeto, la mia è tutta esperienza personale.
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Lo yoga regala molti benefici per chi pratica golf, ma non rende invincibili. Quindi, anche se diminuite, le probabilità di incidenti ci sono sempre. Lo yoga aiuta, però, a recuperare più velocemente sia dal punto di vista fisico che mentale (spesso elemento fondamentale per un veloce recupero).